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RIPRODUZIONE ARTISTICA N. 11 DI KANTHAROS ETRUSCO IN BUCCHERO

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RIPRODUZIONE ARTISTICA N. 11 DI KANTHAROS ETRUSCO IN BUCCHERO  
Questa è una riproduzione artistica in terracotta di un KANTHAROS ETRUSCO in BUCCHERO. Questa riproduzione è fatta interamente a mano, tornita e graffita da artisti del luogo. Per avere questo risultato viene cotta in due volte con tecniche antiche, che i mastri vasai del luogo sono riusciti a scoprite dopo molti tentativi di riprodurre questi vasi.
  Vengono anche patinati artificialmente a mano per dare l'effetto di "antico" all'oggetto, le decorazioni anche se imitano le originali dei vasi ritrovati nelle tombe Etrusche di Cerveteri, sono frutto del lavoro e ingegno di ogni maestro vasaio, ed ogni opera è unica e diversa dall'altra.
Il cantaro o kantharos (pl.  kantharoi) dal greco κάνθαρος, (latino cantharus) era una coppa per bere diffusa in ambito greco ed etrusco. Il termine deriva da fonti antiche le quali tuttavia non permettono di individuare con certezza a quale forma venisse attribuito; Ateneo di Naucrati(11.473d) ne ricorda il piede ampio e lo stelo sottile. Per convenzione in età moderna si applica ad una coppa che, nella sua forma più tipica e diffusa, è caratterizzata da due alte anse verticali, che si estendono in altezza oltre l'orlo incurvandosi verso di esso, un invaso profondo, leggermente distinto in una parte superiore e una inferiore, quest'ultima distinta dallo stelo da una modanatura ad anello, con un diametro che mediamente misura tra i 10 e i 15 cm. È ricorrente nelle rappresentazioni vascolari, e spesso come attributo di Dioniso.
  Negli esemplari di età protogeometrica le anse sono basse e si alzano a partire dal periodo geometrico; durante il proattico si diffonde una versione con corpo più stretto e orlo più alto. Il kantharos era particolarmente diffuso nella cercamica etrusca in bucchero dalla fine del VII secolo a.c., dove vengono enfatizzati l'orlo e il piede; questa versione, che corrisponde alla forma tipica, si diffonde nel VI secolo a.C. in Attica e in Beozia. L'ultima evoluzione del kantharos è quella che si trova nella ceramica apula a figure rosse e nella ceramica greca a vernice nere del IV e III secolo a.C.

 Parallelamente alla forma principale si sviluppano altre tipologie con anse che si mantengono all'altezza dell'orlo, pareti concave, piede basso, con o senza stelo, profilo continuo, o assenza di orlo, con una sola ansa; non mancano i kantharoi plastici, con protomi umane e gianiformi.

 Fu usato, insieme ad altre forme, come lampada pensile nelle chiese in epoca medievale. (fonte Wikipedia)
Il BUCCHERO non è una qualità di argilla depurata, ma una tecnica di cottura che veniva fatta solo in Etruria. Serviva a riprodurre in terracotta vasi che erano di metallo, dando con il colore nero la sensazione di avere degli oggetti in metallo, molto più costoso e apprezzato in tutto il mondo antico.

Questa riproduzione di KANTHAROS è alta 16 cm, con un piede di 6,1 cm e un diametro di 13 cm, con due anse e graffiti a ventaglio in quasi tutta la superfice del vaso, con patinatura artificiale fatta a mano, come tutto il resto.
Questo è un pezzo unico, interamente  tornito, graffito, cotto e patinato a mano.
Questa riproduzione viaggia con un attestato rilasciato dal nostro negozio dove viene attestato che questo vaso è una riproduzione artistica di un vaso in bucchero etrusco, nell'attestato ci sono delle foto del vaso, il giorno dell'acquisto e il numero di ricevuta fiscale o fattura (su richiesta).

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